Tratto da "la nazione" 8 ottobre 1992"

MORTO AUGUSTO DAOLIO, LEADER DELLO STORICO GRUPPO

CARO NOMADE, ADDIO

iL CANTANTE AVEVA 45 ANNI; ERA IL SIMBOLO DI UNA GENERAZIONE

REGGIO EMILIA - e'morto ieri all'alba dopo un anno di di sofferenze il leader del gruppo dei "Nomadi": Augusto Daolio Colpito da un tumore ai polmoni il cantante che tutti ricorderanno per i suoi capelli lunghi e la folta barba, aveva gia dovuto interrompere la sua attivitą l'estate scorsa quando dette forfait al "cantagiro". da allora un breve periodo di cure e poi il ritorno a casa, quando i medici si accorsero che per lui non c'era nulla da fare. E' morto nella sua casa di Novellara, in provincia di reggio emilia, dov'era nato e dove aveva sempre mantenuto le sue radici. Il 14 maggio scorso un altro lutto aveva colpito il complesso: in un incidentye era morto Dante Pegreffi.

servizio di Paolo Pedullą

"ma noi non ci saremo": cantava e pensava all'inizio degli anni 60 Augusto leader carismatico dei Nomadi e dopo 30anni confessava che quel brano era profetico. "Avevamo la sensazione io e Guccini ed altri che da quegli anni fosse arrivato una specie di cambiamento. Mi pare che ci abbiamo azzeccato perecchio: ma noi ci saremo?" No. Augusto Daolio (ma chi conosce il suo cognome? era Augusto e basta) ha fatto in tempo a vedere il muro di berlino crollare e Gorbaciov in visita al Papa ma non potrą mai sapere se il mondo nuovo č arrivato alle soglie del 2000. Forse potrą oggi scoprire se č vero " che Dio muore č solo per tre giorni e poi risorge" perche ieri all'alba, quella che amava tanto e gli piaceva aspettare insieme agli amici, unaa malattia incurabile se l'č portato via. Con lui se ne va un filone musicale quantomeno anomalo nella storia della canzone italiana: quello dei complessi, o dei singoli, che "usavano" i testi delle canzoni d'autore per una divulgazione commerciale. Augusto e i Nomadi non erano i soli: se loro cantavano i testi di guccini al festivalbar dalla portava una splendida canzone della pallottino al festival di sanremo e l'equipe84 dava la scalata alla hit parade con un testo all'epoca considerato qauntomeno strano come "29 settembre". Ma in quiesto tentativo di abbinare la musica d'autore a musica da juke box i Nomadi (ed Augusto inn primis furono i pčrimi "trasgressivi" che riuscirono a imporre la loro novitą al grande pubblico. E il verbo imporre non č eccessivo: dovettero imporre la loro musica a riottose case discografiche, subirono la censura della radio e televisione, andarono da Papa paolo VI per spiegargli che "Dio č morto" era tutto tranne una canzone blasfema. Certo avvano dalla loro parte l'onda lunga che arrivava degli states e dall'inghilterra, e nbon ha caso Augusto scelse per primo di camntare in italiano-emiliano le canzoni di bob dylan, ma in quegli anni fu comunque una grande sfida: i cui allori furono poi fraternamente divisi fra autori e interpreti. Guccini cominciņ a salire sul palco e cantare da solo le sue canzopni, i nomadi sparirono per un non breve periodo dalla circolazione (ma acadde praticamente a quasi tutti i gruppi) per poi tornare alla ribalta negli ultimi anni con questa grande voglia di revival che pervade da qualche tempo il popolo della musica. Chi si aspettava di vedere Augusto diverso dal look o nel modo di cantare e rimato deluso: certo i capelli erano grigi ma sempre lunghi e lisci, con gli occhialida miope, il sorriso triste e i vecchi testi cantati con il dolce accento emiliano. In un ambiente dominato dalla cialtroneria era rimasto "fedele alla linea" come si usava dire ai suoi (nostri) tempi. chissą chi potrą dire altrettanto quando non non ci saremo


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