TRATTO DA TELE SETTE (per i programmi dal 19 al 25 GIUGNO 1994)

ONDA SU ONDA


Per quando noi non ci saremo: era il 1967 quando il primo album dei Nomadi, così intitolato, aggrediva il quieto vivere dei benpensanti e attirava sul gruppo, allora capitanato da Augusto Daolio e Beppe Carletti, l'attenzione dei giovani più irrequieti e dei censori, già stizziti dal singolo che l'aveva preceduto, Dio è morto. Quasi trent'anni dopo lo stesso impegno nel sociale, lo stesso bisogno di parlar chiaro alle coscienze è tornato nel nuovo disco, il ventesimo, nonostante, o forse proprio perché, il loro Dio è morto.
La scomparsa di Daolio ha lasciato un vuoto incolmabile nel gruppo ma anche una missione: ricordarlo per tutto il tempo in cui lui non ci sarà. Così, anche La settima onda, il nuovo album, è perfettamente in linea con la trentennale natura del gruppo, coerente, anche se oggi i Nomadi ripartono da zero. "Questo è il primo album dei Nomadi senza Daolio", spiega Carletti, "per questo motivo l'abbiamo curato molto più del solito, siamo stati quaranta giorni in sala di registrazione anziché venti: sentivamo il bisogno di uscire con un album che fosse alla nostra e alla sua altezza. Nel rispetto dei nostri trent'anni di storia ma capace di guardare avanti". Come? "Attraverso la ricerca del nuovo nel territorio della musica applicata alla poesia". Nuovo come il timbro delle voci che ora cantano le canzoni dei Nomadi, quelle dei giovanissimi Francesco Gualerzi e Danilo Sacco, che nel '67 non erano neppure nati.

S.L.

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