TRATTO DA "LA STAMPA" Sabato 28 Luglio 2001

Concerto di Taggia (IM).

L'ORGANIZZAZIONE CRITICA, IL GRUPPO SE NE VA

Nomadi, cambiate programma "Non ci lasciamo imporre niente"

SANREMO. Il Concerto per la pace è finito in guerra. Solo di parole, per fortuna, ma di fuoco. Protagonisti i Nomadi, che hanno interrotto sul più bello l'esibizione dell'altra sera al campo sportivo di Taggia, a una manciata di chilometri da Sanremo, da quel Festival che tutti inseguono tranne loro e pochi altri. Danilo Sacco, la voce che ha raccolto la pesante eredità di Augusto Daolio, ha appena finito di cantare "Primavera di Praga", antica e struggente poesia dedicata a una della pagine più sanguinose della storia moderna, quando Beppe Carletti, il leader storico della band, gli strappa il microfono dalle mani.
E' fuori di sé. "E' venuta una signora dell'organizzazione per dirmi, testualmente, che stiamo rompendo i coglioni - urla -. Ci chiede di cambiare il programma. Ma noi siamo i Nomadi, non un'orchestrina a comando o un juke-box. La nostra storia va dal '66 a oggi: abbiamo inciso 270 canzoni, possiamo suonare per ore e ore. In quarant'anni di carriera non mi era mai accaduto nulla di simile. Sono offeso, umiliato. Visto che è così, facciamo ancora tre pezzi e ce ne andiamo". Detto, fatto.
Restano di stucco i 1500 accorsi per una serata sospesa tra passato e presente, con una forte connotazione politica e sociale, per via dei messaggi contro la pena di morte, la violenza, il G8, e a favore della liberazione del Tibet. Fischi, applausi, proteste. La gente aspetta, vuole, i brani storici del gruppo. Un paio di esaltati salgono sul palco, si sfiora la rissa, mentre dietro le quinte un amministratore comunale tenta l'impossibile mediazione. "Siamo fatti così, non ci facciamo imporre nulla - dicono Carletti e Sacco -. Siamo musicisti e uomini liberi: ecco perché non andiamo mai al Festival di Sanremo e siamo ignorati dalla tv". Partono le note della "Locomotiva". Poi, "Dio è morto" e l'immancabile "Io vagabondo". I Nomadi se ne vanno, lasciando delusi i fans più incalliti: "La prossima volta suoneremo anche quattro ore, ma non stasera".

Gianni Micaletto




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