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Il gruppo ritrova il Festival dopo 31 anni con Dove si va. Rivincita? "Solo un bel palcoscenico". L'intervista

di Luca Trambusti

A 31 anni di distanza dalla loro precedente esibizione i Nomadi tornano a calcare il palco del teatro Ariston di Sanremo dove si presenteranno con il brano Dove Si Va. La precedente esibizione nel 1971, li vedeva insieme a Mal dei Primitives, in questa edizione saranno soli accompagnati però da una maggiore esperienza e una credibilità consolidata da dischi venduti e concerti sempre pieni. Loro non hanno niente da dimostrare, se non la voglia di agghindare la propria musica per una festa prestigiosa, una vetrina guardata a distanza da un pubblico che non gli appartiene. Abbiamo incontrato Beppe Carletti a Novellara in occasione del Tributo ad Agusto Nomadincontro, il raduno annuale che quest'anno anticipa di una settimana il festival di Sanremo.

Avete impiegato 35 anni per ritrovare la strada per Sanremo. Vi eravate persi?

No, non c'eravamo persi. Quest'anno abbiamo trovato una strada, ed era quella giusta. Non abbiamo bisogno del festival, ne siamo convinti, i nostri dischi vendono, i nostri concerti sono pieni e abbiamo un pubblico eccezionale. Pensiamo però che Sanremo sia un palcoscenico meraviglioso, un'occasione per suonare dal vivo con un'orchestra vera e che questo fosse l'anno giusto per andarci. Inoltre non abbiamo avuto nessun condizionamento sulla canzone, siamo stati lasciati liberi porteremo a Sanremo anche i nostri fan e le iniziative umanitarie che ci appartengono.

In che senso non avete avuto 'condizionamenti' per il brano?

Voglio dire che non abbiamo scritto una canzone apposta, avevamo un brano scritto un anno fa per il nostro nuovo disco, sarebbe stata in ogni caso il singolo.

Perché avete deciso che questo era l'anno giusto per tornare al Festival?

Prima non eravamo pronti e poi per due volte non ci hanno voluti: nell'81 e '82 ci hanno scartati. Lo scorso anno ci avevano invitati ma non ce la siamo sentita, quest'anno ci hanno invitati di nuovo e Gianmarco Mazzi (il direttore artistico del festival n.d.r.) non ha voluto nemmeno ascoltare la canzone, ci ha detto di venire e basta. Noi avevamo già pronta Dove Si Va e abbiamo accettato, rimandando l'uscita del nuovo disco al 28 febbraio. Non vogliamo sfruttare Sanremo, il contrario. I Nomadi portano un qualcosa in più, vogliamo rompere il tabù aprendo la strada anche a chi, come noi, i dischi li vende anche senza Festival.

In cambio cosa otterrete?

Una visibilità che ci mancava da parte di quelle fetta di pubblico ancora convinta che i Nomadi siano un gruppo revival degli anni Sessanta.

Quali previsioni fate?

Per essere Nomadi bisogna essere eliminati! Lo dimostra anche la nostra prova del '71 dove ci eliminarono e questo non ci fermò. E ora siamo ancora qui.

Cosa pensa il vostro fedele pubblico di questa scelta verso il Festival?

Quando abbiamo annunciato la cosa sul sito molti hanno storto il naso ma i più hanno apprezzato e anche gli scettici penso che diventeranno favorevoli quando sentiranno la canzone che è in perfetto stile Nomadi.

Come è nata la canzone 'Dove si va'?

Oltre un anno fa un mio parente - che vive nel mio stesso paese - mi ha fatto ascoltare una bella canzone. Ci abbiamo lavorato per un anno trasformando lentamente l'idea del brano originale del quale è restato lo spunto. E' una tecnica che adottiamo molte volte, quella di usare spunti e idee che ci arrivano dal pubblico.

Che tipo di canzone sentiremo?

E' una canzone d'amore atipica. Parla dell'amore tra padre e figlio. E' una specie di lettera che un genitore scrive al figlio sulle difficoltà del vivere quotidiano, della guerra immaginaria e reale e della sicurezza che un padre può dare. E' una canzone positiva, non perché il luogo lo richieda ma perché noi siamo fatti così, è una canzone nomade, anzi aggiungo che sicuramente Augusto l'avrebbe cantata con passione.

A proposito di Augusto Daolio, in questi tre giorni al raduno di Novellara (17,18,19 Febbraio) la gente ha dimostrato come sempre l'affetto nei suoi confronti. L'affetto del pubblico verso Augusto è bellissimo, meraviglioso.


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