la Gazzetta di Reggio — 14 febbraio 2010 pagina 35 sezione: CULTURA E SPETTACOLI .


NOVELLARA. L’invasione è iniziata.
E, com’è tipico del popolo nomade, si tratta di un’invasione pacifica, ma allo stesso tempo ricca di significati. Sono arrivati a Novellara in tanti, da ogni parte d’Italia, per questa tradizionale due giorni dedicata al «Tributo ad Augusto» che, per un fans dei Nomadi, rappresenta una tappa che almeno una volta nella vita va vissuta.
Dopo un pomeriggio trascorso in giro per il paese, con una sosta al cimitero per omaggiare la tomba di Augusto Daolio, gli appassionati hanno potuto visitare la mostra in cui sono state esposte le opere del cantante novellarese e, in serata, assistere alla prima performance del gruppo. Sotto i portici del centro, tanti ragazzi muniti di zaino, in tipico assetto da gita. «Arriviamo dalla Sicilia - spiegano Giuseppe Minuti e Felice Cambria - dopo un viaggio in aereo.
Abbiamo visto tanti concerti ma venire fino qui è un’emozione unica. Perché ci piacciono i Nomadi? Per le emozioni che trasmettono, perché sono socievoli e stanno volentieri tra la gente. Augusto? Per quello che rappresenta è come se fosse ancora tra noi». In tanti hanno deciso di omaggiare la tomba del cantante, posta all’inizio del cimitero. Lì troviamo Primo Bellucci , di Gubbio (Perugia): «Li seguo dagli anni ’70, per me venire qui è un sogno che si avvera. Nel 1977 ho avuto l’onore di fare da spalla con il mio gruppo a un concerto dei Nomadi ed è stato fantastico». «Sono uno di quelli che segue circa 60 concerti all’anno - dice Battista del club Liberi di volare di Cassano Magnago (Varese) - e lo faccio perché ho potuto toccare con mano la beneficenza che fanno».
La famiglia Marta (padre, madre e due figli) è arrivata al gran completo dalla Calabria. «La nostra passione non si ferma - spiegano - tant’è che non ci ha fermato neanche la neve che abbiamo trovato in grande quantità durante il viaggio in pullman». «La passione per i Nomadi mi è stata trasmessa da mio padre - dice Danila Piscopo , arrivata in treno da Napoli - e venire qui sulla tomba a salutare Augusto è un’emozione forte». Ma i fans non arrivano solo dall’Italia. Tra i tanti, anche il tedesco Horst Achenback , di Karlsruhe, con la moglie: «I Nomadi ce li ha fatti scoprire un nostro amico di origine siciliane e devo dire che la loro musica ci piace molto». «Le loro canzoni mi trasmettono sempre una grande carica», dice la giovane Annalisa Petrilli di Reggio, mentre per Alessia Teofilo da Torino il rapporto coi Nomadi «è iniziato... da subito. Ho 18 anni e la mia ninna nanna è sempre stata una loro canzone - racconta - e tutte le volte che sento parlare di Augusto mi commuovo. Anche se non l’ho mai visto o conosciuto, mi ha insegnato molto». «Essere parte di questo popolo è un credo - aggiunge Rosanna Brunello di Vicenza - si parte dagli ideali e si arrivano a toccare il cuore e la testa». «Mi innamorai della voce di Augusto - spiega Ivana Teotto di Oristano - e oggi stravedo per Beppe, in Sardegna non ci perdiamo un concerto». - Andrea Vaccari /

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