Zucchero decreta il trionfo di due giorni di musica

di Andrea Vaccari


Non ha mai avuto il piacere di lavorare con lui o di conoscerlo a fondo, ma ricevere il premio a lui intitolato lo ha riempito d’o rgoglio. A Zucchero Sugar Fornaciari è andato il premio Augusto Daolio 2010, rimasto così in terra d’Emilia. Arrivato al volante della propria auto, il bluesman di Roncocesi è stato chiamato sul palco dopo le primissime canzoni dei Nomadi, regalando alcuni curiosi e divertenti aneddoti. «Non è facile essere accolti qui, sono i Nomadi ad aver fatto davvero la storia - ha esordito Zucchero - e sono contento di aver instaurato con loro un rapporto stretto. Ho un solo rammarico, quello di non aver mai avuto a che fare con Augusto, un personaggio che mi dava la sensazione di essere una persona con la quale potevo avere uno scambio e un confronto». «Non scorderò mai - ha continuato Sugar molto loquace - quando a 15 anni mio padre mi portò in vespa a Scandiano per un concerto dei Nomadi. Avevo portato con me qualche canzone che avevo scritto ma ero così emozionato che di fronte a Augusto ebbi soltanto il coraggio di dirgli: hai una sigaretta? Lui si stupì che fumassi, giovane com’e ro, ma me la diede. Poi andai da Beppe, e gli chiesi come potevo fare per diventare un cantante. Lui, senza conoscermi, mi fissò un appuntamento con la casa discografica Emi presentandomi come un suo cugino, ed ebbi la mia prima audizione». Oltre alla targa intitolata a Daolio, Zucchero ha ricevuto in premio un assegno che ha direttamente passato nelle mani di Rosanna Fantuzzi per la fondazione Augusto per la vita. Poi, una volta terminate le premiazioni, è stata la volta della musica. Sul suo tradizionale sgabello e con l’immancabile chitarra, Zucchero ha cantato due cavalli di battaglia della band novellarese. Prima è stata la volta di una struggente «Un pugno di sabbia» poi della mitica «Noi non ci saremo», che ha scaldato il pubblico sotto il tendone. Prima di lasciare il concerto, Sugar ha poi intonato un classico blues che ha esaltato le qualità di tutta la band. Dopo, la scena è stata tutta per la figlia Irene, che proprio oggi salperà con i Nomadi alla volta di Sanremo. La giovane cantante, dopo aver ricevuto i complimenti di Danilo Sacco, ha sfoderato tutta la sua potente voce in un altro pezzo storico, «Ho difeso il mio amore», al termine della quale ha strappato l’ovazione del calorosissimo pubblico.

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